2011-09-29 00:17:09
SEA SHEPHERD: COSÌ IL MEDITERRANEO MUORE
La mancanza di sinergie tra gli Stati rivieraschi nella tutela dell’ecosistema ma anche il preciso interesse a ridurre le specie per questioni economiche, ovvero fare salire il costo del pescato. Sarebbero queste le ragioni per cui il Mediterraneo sta morendo. La denuncia, forte, viene da Evian, nell’Alta Savoia francese, dove si è appena tenuta la Global conference sullo sviluppo sostenibile e sulla tutela dell’ambiente. La voce è quella autorevole di Paul Watson, ieri cofondatore di Greenpeace e oggi leader di Sea Shepherd, ente per la difesa delle specie marine minacciate. “Bisognerebbe bloccare la pesca per 20 anni. Nessuno dovrebbe pescare niente. Così lo stanno distruggendo”, ha ammonito. Specificando che ''ci sono 23 Paesi che hanno le loro sponde sul Mediterraneo, è un puzzle intricato ma nessuno è pronto ad assumersi i propri impegni sulla tutela”. L’attivista ha anche precisato che l’economia dell’estinzione è evidentemente redditizia: meno pesci ci sono, più il prezzo sale, quindi se la loro popolazione è ridotta al minimo, chi vende i tonni è seduto su una miniera d'oro. Secondo Watson una possibile soluzione sarebbe quella di creare un’area “tabù”, come fanno i popoli indigeni di Tahiti. “Lì tutti la rispettano, perché c'è l'Autorità degli sciamani a vigilare".
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