2008-11-28 18:53:18
IL GHIACCIAIO PROTETTO
Natura – Attualità, Milano, 28 Novembre 2008. Il primo esperimento italiano di “protezione attiva” su ghiacciaio intrapreso da Levissima, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha ottenuto risultati positivi e di grande interesse scientifico: a fine ottobre, quando l’esperimento si è concluso, lo spessore di neve non disciolta e di ghiaccio sopravvissuto alla stagione estiva raggiungeva quasi due metri di altezza. Lo scorso 14 maggio il team di ricercatori dell’ Università di Milano, sotto la guida del Prof. Claudio Smiraglia e della Dott.ssa Guglielmina Diolaiuti, ha steso sul ghiacciaio Dosdè Orientale (Alta Valtellina, Lombardia), dove l’acqua Levissima nasce, una copertura sperimentale di geotessile . Il telo di “non tessuto” bianco puro, agisce creando una barriera fisica tra i raggi solari e la neve e il ghiaccio sottostanti, limitandone così la fusione durante il periodo estivo. Il geotessile, steso su una parcella sperimentale di 150 m2, ha ridotto l’ablazione della neve invernale e primaverile e soprattutto del ghiaccio sottostante preservando uno spessore complessivo di 190 cm. L’esperimento ha permesso così di salvare il 43 % di spessore dell’acqua rappresentata dalla neve compatta presente al momento della stesura del telo sul ghiacciaio e soprattutto di azzerare la fusione del ghiaccio sottostante. Il volume di acqua preservato è risultato di circa 115 m3, corrispondente a 115.000 litri. La riduzione dei ghiacciai alpini è un fenomeno che si sta accentuando negli ultimi anni a causa del riscaldamento climatico in atto, infatti, oltre l’80% dei ghiacciai sta manifestando chiari e visibili impatti di questi cambiamenti e gli oltre 800 ghiacciai italiani nell’ultimo secolo hanno mostrato ingenti perdite areali e volumetriche. Sono ad oggi possibili pochi interventi diretti a mitigare gli effetti del riscaldamento atmosferico sui ghiacciai alpini, tra questi uno dei più efficaci si è rivelato l’utilizzo di una copertura protettiva superficiale. “E’ certamente impensabile intervenire con strategie di protezione attiva su tutti i ghiacciai italiani, ma, grazie all’iniziativa portata avanti con Levissima, abbiamo potuto verificare l’applicabilità e l’efficacia delle strategie di mitigazione attraverso la sperimentazione su un ghiacciaio campione. Visti i risultati più che soddisfacenti" – afferma il prof. Claudio Smiraglia – “Questo approccio potrebbe venire applicato in particolari situazioni, ad esempio laddove finestre rocciose emerse dalla superficie glaciale agiscono d’estate come vere e proprie trappole di calore ampliando la fusione glaciale e portando in ultima analisi alla disgregazione di interi apparati. In questi casi una copertura bianca riflettente come il geotessile potrebbe ridurre efficacemente l’assorbimento di energia e quindi l’emissione di calore da parte delle rocce e limitare la fusione glaciale”.
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