SVEGLIA ALL’ALBA E LUNGHE ORE DI ATTESA |
di Luca Longo |
Per fotografare il martin pescatore, per prima cosa ho dovuto individuare un tratto di fiume frequentato con regolarità dalla specie. A quel punto, ho allestito un capannino mimetico nel quale potermi nascondere con l’attrezzatura fotografica, ho piantato in acqua, vicino alla riva, un ramo secco che funzionasse da posatoio e sotto il paletto ho posizionato un vecchio secchio di plastica bucherellato pieno di piccoli pesci. Ho allestito il tutto a dicembre per riuscire a fotografarlo da gennaio a marzo. Una volta che il “martino” ha trovato i pesci e si è abituato al set ho iniziato le riprese. Per non disturbarlo, entravo nel capanno all’alba e ne uscivo verso le 12-12.30, dopo aver verificato che a quell’ora il martino era in giro da qualche altra parte. Tranne alcuni scatti fatti con il potente ma pesante 600mm, l’obiettivo che ho usato di più è stato il 100-400. La sua notevole versatilità mi ha permesso di realizzare sia immagini ambientate sia ritratti a pieno formato senza mai cambiare ottica, scegliendo di volta in volta l’inquadratura migliore. La difficoltà maggiore? Dover andare tre volte alla settimana a mettere i pesci nel secchio. Osservare, però, questo meraviglioso uccello a meno di tre metri di distanza e soprattutto riuscire a fotografarlo mentre mi guarda curioso mi ha ripagato di tutti i sacrifici fatti e delle tante ore di sonno perse. |
Dati tecnici: Canon Eos 20D, EF 300 - f/2,8, 1/250 a f4, ISO 200 |