Il riepilogo dell'attività 2009 del Centro Recupero Animali Selvatici del WWF di Vanzago parla di molti animali in difficoltà, ma anche si molti di loro tornati in libertà. Una bella storia raccontata nel Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura.

Dal 2012 in Europa sono messi al bando gli allevamenti di galline in batteria. Niente più gabbie, basta sofferenze. Una rivoluzione nella quale il cittadino può fare molto con le proprie scelte. Per saperne di più leggi il Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura.

Dal 2012 in Europa sono messi al bando gli allevamenti di galline in batteria. Niente più gabbie, basta sofferenze. Una rivoluzione nella quale il cittadino può fare molto con le proprie scelte. Per saperne di più leggi il Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura.

Per sconfiggere le zanzare, sempre più aggessive e fastidiose, basta collocare sul muro di casa una bat box. Cos'è? Come funziona? Il video ne piega il funzionamento, mentre nel Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura si scoprirà un altro metodo molto eco per fronteggiare l'assalto delle zanzare tigre.

Sembrava ormai scomparsa dalle coste italiane , invece nell'ultimo anno si sono susseguiti avvistamenti e incontri. Si parla addirittura di minuscole colonie che avrebbero preso dimora là dove un tempo prosperavano indisturbate. Di tutti i luoghi di avvistamento si parla nel Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura.

All'82esima edizione degli Oscar il premio come miglior documentario è andato a The Cove, il film che testimonia la mattanza di cetacei perpetrata ogni anno nella baia di Taiji. La notizia è presente nel Primo Piano del numero 3/2010 della Rivista della Natura.

Ancora un video su un disastro ecologico causato da fuoriuscite di petrolio in mare. Infatti, sebbene inizialmente sembrasse sotto controllo la situazione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della Bp, esplosa e affondata rispettivamente il 21 e 23 aprile a largo delle coste della Luisiana, è di oggi la notizia che a 5mila metri di profondità due grosse falle stanno riversando in mare una quantità di petrolio pari a mille barili al giorno. Quello che si preannuncia come un disastro ambientale senza precedenti minaccia soprattutto le coste dello stato americano e il suo fragile sistema di paludi.
Nella speranza di fermare l'emoraggia di greggio sono scesi in campo i migliori esperti e perfino quattro robot subacquei, ma dal responsabile delle perforazioni della Bp,Doug Suttles, non traspare ottimismo quando dichiara alla BBC che le operazioni in atto sono «estremamente complicate», anche per il mal tempo. Insomma, una corsa contro il tempo visto che nell'arco di una notte la macchia di petrolio monitorata con gli elicotteri si è già allargata del 50%.

Cercava di accorciare la rotta con una scorciatoia ed è finito incagliato sulla barriera corallina australiana dinnanzi le coste del Queensland. Il cargo cinese Shen Neng I non è finito lì per un errore di navigazine, come sottolinea Anna Bligh, governatore dello Stato, ma ha volontariamente deciso di attraversare una zona sud del parco marino della grande barriera corallina, on limits alle imbarcazioni. Fatto sta che ora la nave rischia di spezzarsi da un momento all'altro, lasciando così fuoriuscire un carico di 65mila tonnellate di carbone e 950 tonnellate di petrolio. Per ora i combustibili dispersi sono una quantità minima e per scongiurare il disastro ambientale che si presenta di proporzioni storiche sono già iniziate le manovre per disincagliarla. Dureranno una settimana e sono condotte da ditte specializzate nella gestione di queste emergenze. La paura rimane alta perché è proprio in questa fase che il cargo potrebbe spezzarsi.